Scrivo mentre assisto alla conferenza stampa del Presidente del Consigio, la fase 2, che il Senatore a vita Mario Monti nega, se non per questioni temporali, si chiamerà «cresci Italia».
Si ha la sensazione che più che al futuro ci sia cura sul percorso già compiuto concentrando l'attenzione, come è giusto che faccia un economista, sul tema specifico.
Il Presidente ammette un percorso denso di sacrifici, rifugge il parallelo con la Grecia e sostiene che il nostro Paese si sia salvato daldal burrone infondendo una nota di ottimismo, mutuata peraltro esplicitamente dalò suo predecessore.
La manovra approvata viene riconosciuta a rischio recessione da svariate ed autorevoli fonti dell'economia di destra e sinistra; tuttavia una manovra espansiva non sarebbe stata, a detta del Presidente, realistica.
Al contrario, se si fosse assistito ad un no alla manovra l'Italia avrebbe corso un rischio assai peggiore in tema di recessione.
Lascio i temi di più stretto interesse sindacale per ultimI, si tratta di una scelta specifica per evidenziare la scarsità di attenzione dedicata durante tutto l'incontro con i giornalistiRiforma degli ammortizzatori sociali e riforma del Mertcato del Lavoro, due temi fondamentali, ma solo sfiorati dal Presidente.
Egli non entra mai veramente nel merito, neanche a fronte di domande specifiche, definisce una priorità la riforma degli ammortizzatori sociali, afferma che la flessibilità, dato il contesto sociale, sia necessaria e che si debba affrontare il tema della precarietà.
La precarietà deve essere superata, ma come non è dato sapere; lo scorso 27 dicembre è stato convocato un urgentissimo Consiglio dei Ministri, oggi non si sa cosa sia emerso sui temi per noi centrali. Forse è un buon sergnale poiché significa che di temi così dirimenti sarà destinato un cospicuo e concreto confronto con le organizzazioni sindacali.
Qualcosa in più sapremo il 23 gennaio allorché le prime misure, non complete, sul MdL, per ammissione di Monti verranno presentate a a Bruxelles all'interno dell'euro gruppo.
Dopo un atteggiamento impositivo per ciò che attiene la previdenza ci si attende una più serrata attività concertativa sul tema lavoro, sapremo a breve se uno dei principi guida, quello dell'equità, troverà cittadinanza nelle iniziative del Governo.
giovedì 29 dicembre 2011
venerdì 16 dicembre 2011
La flessibilità è figlia primogenita della globalizzazione?
“La flessibilità è figlia primogenita della globalizzazione”. Questa frase di Luciano Gallino, tratta da un suo libro del 2009, “Il lavoro non è una merce”, è una fotografia nitida di una realtà in bianco e nero.
Flessibilità e globalizzazione sono nate come delle risorse/opportunità da cogliere e sfruttare appieno ma nella realtà dei fatti si sono rivelate mezzi potentissimi di accentramento della ricchezza.
Globalizzazione è stato il termine col quale l’economia ha chiamato la complessiva riorganizzazione profitto-centrica della produzione che premia le imprese che sanno usare una maggiore quota di lavoro flessibile e a basso costo e riducono i rischi dell’interdipendenza impresa-lavoratore.
E così uscire da un contratto nazionale collettivo di lavoro o impiegare stagisti e lavoratori temporanei in sostituzione di quelli tipici, cioè a tempo indeterminato, diventa un imperativo categorico, pena la chiusura o la delocalizzazione dell’azienda.
Flessibilità e globalizzazione sono nate come delle risorse/opportunità da cogliere e sfruttare appieno ma nella realtà dei fatti si sono rivelate mezzi potentissimi di accentramento della ricchezza.
Globalizzazione è stato il termine col quale l’economia ha chiamato la complessiva riorganizzazione profitto-centrica della produzione che premia le imprese che sanno usare una maggiore quota di lavoro flessibile e a basso costo e riducono i rischi dell’interdipendenza impresa-lavoratore.
E così uscire da un contratto nazionale collettivo di lavoro o impiegare stagisti e lavoratori temporanei in sostituzione di quelli tipici, cioè a tempo indeterminato, diventa un imperativo categorico, pena la chiusura o la delocalizzazione dell’azienda.
martedì 13 dicembre 2011
Riflessioni sulla precarietà
Dopo lo sciopero di ieri mattina è tempo di riflessioni e quella sull’efficacia dello sciopero come strumento di protesta dei lavoratori precari è uno dei nodi più intricati per la Cgil.
Sull’efficacia dello sciopero in sé nulla da recriminare. E’ e rimarrà lo strumento di lotta per eccellenza del lavoratore e del sindacato.
Ce ne sono stati di straordinariamente efficaci, come quello del 14 ottobre 1994 che contribuì con forza alla caduta del primo governo Berlusconi. E ci sono state, al di là dello sciopero, manifestazioni straordinarie, come quella del 23 marzo 2002, con l’allora segretario generale Sergio Cofferati, in difesa dell’articolo 18. Quindi, anche in tempi recenti, il sindacato ha saputo ancora mostrare la sua forza.
Ora, da precaria, so cosa vuol dire vivere il mese di dicembre, non sapendo cosa sarà della tua vita a febbraio, come nel mio caso. Io ieri ho partecipato ma lavoro in Svizzera (contratto di 6 mesi a 680 CHF al mese, 510 euro netti circa) e ufficialmente non ho scioperato, non avrei potuto farlo. Ma mi chiedo: avrei fatto lo stesso se fossi stata una stagista di un'azienda italiana? Forse sì conoscendo la mia indole ma forse, non lo so.
lunedì 12 dicembre 2011
Sciopero generale
Dopo l'infruttuoso incontro di ieri sera (domenica 11) tra le Organizzazioni sindacali confederali ed il Governo, oggi è il giorno dello sciopero di CGIL, CISL e UIL.
Queesta mattina, anche a Varese e come annunciato da queste pagine, si è tenuto un presidio unitario che ha visto una buona partecipazione di lavoratori e pensionati.
Lavoratori e pensionati che sono certamente i più colpiti, per non dire gli unici, da una manovra iniqua che per salvare Italia ed Europa rischia di mettere gli italiani in una situazione gravissima e difficilmente recuperabile.
Lo sciopero, unitario dopo anni, fonda le sue ragioni politiche sulla scelta sbagliata del Presidente del Consiglio che, dovendo reperire risorse non ha trovato di meglio che aumentare il gettito fiscale attraverso l'imu e bloccare l'indicizzazione delle pensioni; il tutto a discapito di chi gode senza ombra di dubbio di minori risorse.
Queesta mattina, anche a Varese e come annunciato da queste pagine, si è tenuto un presidio unitario che ha visto una buona partecipazione di lavoratori e pensionati.
Lavoratori e pensionati che sono certamente i più colpiti, per non dire gli unici, da una manovra iniqua che per salvare Italia ed Europa rischia di mettere gli italiani in una situazione gravissima e difficilmente recuperabile.
Lo sciopero, unitario dopo anni, fonda le sue ragioni politiche sulla scelta sbagliata del Presidente del Consiglio che, dovendo reperire risorse non ha trovato di meglio che aumentare il gettito fiscale attraverso l'imu e bloccare l'indicizzazione delle pensioni; il tutto a discapito di chi gode senza ombra di dubbio di minori risorse.
martedì 6 dicembre 2011
Manovra Monti: calendario delle mobilitazioni
La manovra finanziaria del Governo Monti si è dimostrata profondamente iniqua e depressiva, penalizzante per lavoratori e pensionati.
Per manifestare la convinta contrarietà ai provvedimenti ed illustrare le priorità da perseguire, il 7 dicembre CGIL, CISL e UIL provinciali organizzano un presidio alle ore 10.30 di fronte alla Prefettura di Varese.
CGIL, CISL e UIL inoltre, hanno indetto uno sciopero generale di 3 ore per il prossimo 12 dicembre con manifestazioni territoriali.
A Varese è previsto un presidio in P.zza del Garibaldino dalle 9.30
Tutte le informazioni sul sito: www.cgil.varese.it/
Per manifestare la convinta contrarietà ai provvedimenti ed illustrare le priorità da perseguire, il 7 dicembre CGIL, CISL e UIL provinciali organizzano un presidio alle ore 10.30 di fronte alla Prefettura di Varese.
CGIL, CISL e UIL inoltre, hanno indetto uno sciopero generale di 3 ore per il prossimo 12 dicembre con manifestazioni territoriali.
A Varese è previsto un presidio in P.zza del Garibaldino dalle 9.30
Tutte le informazioni sul sito: www.cgil.varese.it/
Manovra Monti ecco gli articoli riguardanti il lavoro
DPL Modena: gli articoli della bozza di decreto legge (c.d. Monti) relativi alla materia lavoro
DPL Modena pubblica gli articoli della bozza di decreto legge, riguardante le disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici (c.d. Decreto Monti), riferiti alla materia lavoro.
Articolo 2 - Agevolazioni fiscali riferite al costo del lavoro nonché per donne e giovani
Articolo 6 - Equo indennizzo e pensioni privilegiate
Articolo 24 - Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici
Articolo 34 - Liberalizzazione delle attività economiche ed eliminazione dei controlli ex-ante
Articolo 39 - Misure per le micro, piccole e medie imprese e per l'internazionalizzazione delle imprese
Articolo 40 - Riduzione degli adempimenti amministrativi per le imprese
domenica 4 dicembre 2011
mercoledì 23 novembre 2011
Scenario della crisi. Un mercato del lavoro sempre più atipico
Mercoledì 16 novembre 2011 - in Corso D’Italia 25, Roma, Cgil, Nidil-Cgil e Ires hanno presentato, in conferenza stampa, l’indagine annuale sul lavoro atipico.
Scarica i documenti dell'indagine
Scarica i documenti dell'indagine
lunedì 14 novembre 2011
mercoledì 9 novembre 2011
Lavoro: FILCAMS e NIdiL CGIL, al via campagna 'Dissòciati!' contro l'abuso del contratto di associazione in partecipazione
Una iniziativa che coinvolgerà diverse città italiane con punti informativi all’interno dei luoghi strategici del commercio, perchè “il contratto di associazione in partecipazione priva commesse e commessi di molti diritti". Venerdì 11 novembre conferenza stampa di presentazione della Campagna 'Dissòciati' alle ore 12 presso la Libreria Feltrinelli, Galleria Alberto Sordi a Roma
fonte www.cgil.it
fonte www.cgil.it
Parte questa settimana la campagna della FILCAMS e di NIdiL CGIL contro l’abuso del contratto di associazione in partecipazione nel commercio e nei servizi. “Dissòciati!” è il nome dell'iniziativa che verrà presentata nel corso di una conferenza stampa venerdì 11 novembre alle ore 12 presso la libreria Feltrinelli della Galleria “Alberto Sordi” (già Galleria Colonna) a Roma. Alla conferenza stampa saranno presenti i Segretari Generali di FILCAMS e NIdiL CGIL, Franco Martini e Filomena Trizio.
L’utilizzo del contratto di associazione in partecipazione in sostituzione del regolare contratto di lavoro dipendente, denunciano FILCAMS e NIdiL CGIL “priva commesse e commessi di molti diritti: un commesso assunto come associato in partecipazione – spiegano le due categorie della CGIL - ha, infatti, stipendio e pensione più bassi rispetto ad un dipendente, e nessuna indennità di disoccupazione in caso di perdita del posto di lavoro”. I vantaggi, proseguono FILCAMS e NIdiL CGIL “sono esclusivamente per l’azienda che sostiene costi più bassi”. Il reddito medio degli oltre 50.000 associati in partecipazione iscritti alla gestione separata INPS nel 2010 è stato infatti di meno di 9mila euro annui, pari all’incirca a 750 euro al mese.
In cinque grandi città italiane verranno allestiti punti informativi all’interno dei luoghi strategici del commercio (centri commerciali, centri storici, outlet) attraverso i quali FILCAMS e NIdiL CGIL raccoglieranno le segnalazioni dei lavoratori in merito alle aziende che abusano del contratto di associazione in partecipazione; poi, in una seconda fase, il sindacato chiederà di incontrare le aziende stesse e interverrà per sanare gli abusi. La prima tappa sarà a Roma il 12 novembre, poi si proseguirà a Firenze e Modena il 19 novembre, infine, il 26 novembre sarà la volta di Padova e Bari.
Le segnalazioni potranno essere inviate anche tramite il sito http://www.dissociati.it/, sul quale saranno inserite tutte le news relative alla campagna e vi sarà uno strumento che consentirà ai “finti” associati in partecipazione di scoprire quanto dovrebbero guadagnare se fossero assunti con un regolare contratto.
L’utilizzo del contratto di associazione in partecipazione in sostituzione del regolare contratto di lavoro dipendente, denunciano FILCAMS e NIdiL CGIL “priva commesse e commessi di molti diritti: un commesso assunto come associato in partecipazione – spiegano le due categorie della CGIL - ha, infatti, stipendio e pensione più bassi rispetto ad un dipendente, e nessuna indennità di disoccupazione in caso di perdita del posto di lavoro”. I vantaggi, proseguono FILCAMS e NIdiL CGIL “sono esclusivamente per l’azienda che sostiene costi più bassi”. Il reddito medio degli oltre 50.000 associati in partecipazione iscritti alla gestione separata INPS nel 2010 è stato infatti di meno di 9mila euro annui, pari all’incirca a 750 euro al mese.
In cinque grandi città italiane verranno allestiti punti informativi all’interno dei luoghi strategici del commercio (centri commerciali, centri storici, outlet) attraverso i quali FILCAMS e NIdiL CGIL raccoglieranno le segnalazioni dei lavoratori in merito alle aziende che abusano del contratto di associazione in partecipazione; poi, in una seconda fase, il sindacato chiederà di incontrare le aziende stesse e interverrà per sanare gli abusi. La prima tappa sarà a Roma il 12 novembre, poi si proseguirà a Firenze e Modena il 19 novembre, infine, il 26 novembre sarà la volta di Padova e Bari.
Le segnalazioni potranno essere inviate anche tramite il sito http://www.dissociati.it/, sul quale saranno inserite tutte le news relative alla campagna e vi sarà uno strumento che consentirà ai “finti” associati in partecipazione di scoprire quanto dovrebbero guadagnare se fossero assunti con un regolare contratto.
mercoledì 2 novembre 2011
domenica 30 ottobre 2011
Licenziamenti facili, Susanna Camusso: meno precarità e più garanzie
E' domenica, ma la pressione sui lavoratori non si allenta. Il Governo, o meglio il suo ministro del welfare, riesce a drammatizzare un momento di per sè quasi tragico, evocando il ritorno al terrorismo ed eventi che nessuno auspica.
Il conflitto sociale può sfuggire al controllo, ma la considerazione del ministro appare come l'estremo tentativo di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica dal vero problema: l'incapacità di governare.
Bene ha fatto Susanna Camusso a non sottovalutare la cosa chiedendo le prove.
Il terrorismo non è la soluzione, ce lo ha insegnato la storia, quindi urge uno sforzo comune per rilanciare l'economia attraverso il lavoro.
Sono convinto che non si possa trascurare l'ennesimo affondo per facilitare i licenziamenti; tuttavia sarebbe ingenuo sottovalutare che, nella maggior parte dei casi, l'ingresso nel mercato del lavoro già oggi è privo di garanzie, eliminare gran parte dei contratti precari - 46 - offrirebbe garanzie ed investimenti reali sulle persone. Senza contare che l'Italia garantisce poco a chi il lavoro lo perde, proponendo indennità di disoccupazione insufficienti e destinate a pochi.
Tutte queste considerazioni portano la cgil, attraverso l'autorevole voce della Segretaria generale, a perseverare nella propria battaglia contro la precarietà, tesa ad un'estensione dei diritti.
La risposta sindacale, oggi, sembra possa passare finalmente attraverso la riproposizione di iniziative unitarie, ma il dubbio sorge - come sempre - mi permetto di dire, dall'atteggiamento della po9litica e specificamente del centro sinistra, A chi giovano le diatribe generazionali svuotate da qualunque contenuto?
In questa settimana particolare i mercati non fanno il ponte e se è vero che le borse scendono sulle voci e salgono sulle certezze, che lunedì dovremo aspettarci?
F.V.
Il conflitto sociale può sfuggire al controllo, ma la considerazione del ministro appare come l'estremo tentativo di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica dal vero problema: l'incapacità di governare.
Bene ha fatto Susanna Camusso a non sottovalutare la cosa chiedendo le prove.
Il terrorismo non è la soluzione, ce lo ha insegnato la storia, quindi urge uno sforzo comune per rilanciare l'economia attraverso il lavoro.
Sono convinto che non si possa trascurare l'ennesimo affondo per facilitare i licenziamenti; tuttavia sarebbe ingenuo sottovalutare che, nella maggior parte dei casi, l'ingresso nel mercato del lavoro già oggi è privo di garanzie, eliminare gran parte dei contratti precari - 46 - offrirebbe garanzie ed investimenti reali sulle persone. Senza contare che l'Italia garantisce poco a chi il lavoro lo perde, proponendo indennità di disoccupazione insufficienti e destinate a pochi.
Tutte queste considerazioni portano la cgil, attraverso l'autorevole voce della Segretaria generale, a perseverare nella propria battaglia contro la precarietà, tesa ad un'estensione dei diritti.
La risposta sindacale, oggi, sembra possa passare finalmente attraverso la riproposizione di iniziative unitarie, ma il dubbio sorge - come sempre - mi permetto di dire, dall'atteggiamento della po9litica e specificamente del centro sinistra, A chi giovano le diatribe generazionali svuotate da qualunque contenuto?
In questa settimana particolare i mercati non fanno il ponte e se è vero che le borse scendono sulle voci e salgono sulle certezze, che lunedì dovremo aspettarci?
F.V.
mercoledì 26 ottobre 2011
I dati del lavoro precario in Italia (da Repubblica)
A seguire forniamo l'estratto di un'inchiesta di Repubblica, riportata integralmente in rassegna stampa.
I dati sulla precarietà nel Mercato del Lavoro in Italia, si tratta di un quadro preoccupante che tratteggia un Paese incapace di fronteggiare la crisi xon azioni concrete.
Uno su tre è senza lavoro, il 10% in più di quanto accade nel Regno Unito.
Sei su dieci, tra i 18 e i 34 anni, vivono ancora in casa con i genitori. In crescita il fenomeno degli stage 'selvaggi': la metà non prevede alcun rimborso spese
14.927.407 Il numero di lavoratori a tempo indeterminato2.182.437 I lavoratori a tempo determinato
449.411 I lavoratori interinali
27,8 Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia (giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni)
13,7 In Francia
19,6 In Gran Bretagna
46,1 Il tasso di diosccupazione giovanile femminile nel Mezzogiorno
80 La percentuale di giovani che in Norvegia e Danimarca trova lavoro entro il primo anno dalla fine degli studi
44.478 Il numero i giovani sotto i 35 anni che tra il 2005 e il 2009 hanno subito un infortunio permanente sul posto di lavoro
40 La percentuale dei giovani che dichiara di avere avuto almeno un'esperienza di lavoro nero
52,4 La percentuale di stage che non prevede alcun rimborso spese
14 La percentuale di stage che prevede una retribuzione inferiore ai 250 euro al mese
49% La percentuale di 18-34enni celibi e nubili che viveva in famiglia nel 1983
59% Lo stesso dato, nel 2009
domenica 23 ottobre 2011
BENVENUTI
Oggi esordisce sul web una nuova iniziativa della CGIL di Varese e specificamente di NIDIL, la nuova categoria alla quale la Confederazione assegna il mandato di garantire diritti a chi, per un mercato del lavoro frammentato, ormai ne ha pochissimi ed anzi, nella maggior parte dei casi, è costretto a subire atteggiamenti al limite dello sfruttamento.
L'impegno nella rappresentanza e nella tutela dei lavoratori precari trova completamento, secondo noi, nell'utilizzo di uno strumento nuovo, ma ormai irrinunciabile nell'ambito della comunicazione, come quello di un blog.
Parlare di lavoratori atipici significa parlare dell'80% delle nuove assunzioni, di giovani (ma non solo) e sopprattutto di un fenomeno che coinvolge ormai tutte le categorie produttive.
Con il BLOG intendiamo fornire tutti gli strumenti informativi possibili, ma auspichiamo una viva partecipazione dei lettori.
Buona lettura.
Francesco Vazzana
Segretario NIDIL VARESE
Iscriviti a:
Post (Atom)