martedì 23 settembre 2014

La politica nuovamente contro la gente

Viviamo in un Paese dove l'evasione fiscale è motivo di vanto, la corruzione è all'ordine del giorno, la mafia condiziona gli appalti bloccando lo sviluppo, ma il vero problema per il rilancio della Nazione è abolire l'art. 18 dello Statuto dei loviratori.
Ne riderei se non ripensassi agli ultimi 12 anni, drammaticamente trascorsi in vano.Da quando in un numero enorme di lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate eravamo al Circo Massimo con lo stesso intento che mi muove a scrivere queste righe: tentare di sensibilizzare qualcuno rispetto as una deriva pericolosa liberista della quale pagano le spese gli ultimi.
Ci hanno raccontato che la flessibilità era fondamentale per aumentare i posti di lavoro, che il nostro sistema garantito doveva essere cambiato e che tutti ne avremmo tratto giovamento.
Oggi ci troviamo a dover convivere con 45 formule contrattuali, gran parte delle quali senza tutele, la maggior disoccupazione di sempre ed un'Italia sull'orlo del baratero da anni.
Conto diverse riforme del lavoro e verifico che non hanno portato nulla se non un acuirsi del disagio e dei  costi sociali derivanti.
Migliaia di persone anche nella ricca Lombardia hanno contratti di un giorno, i licenziamenti da alcuni anni superano le immissioni al lavoro, ma (opinione indotta e ormai condivisa) serve abolire una norma, l'ultima, di garanzia.
Chiedo umilmente un aiuto, un aiuto per capire; 23 anni di Sindacato mi rendono ancora incomprensibili certi atteggiamenti: la reiterata disponibilità ad accettare l'inaccettabile delle altre Organizzazioni sindacali, l'isolamento della CGIL, il pervicace tentativo della politica di ricostruire un centro antistorico e capace di sedare le voci in dissenso per un esclusivo tornaconto autoreferenziale. Una logica di questo tipo non si esaurisce in un semplice conftonto accademico, provoca danni la cui portata è difficilmentemisurabile.
La tesi di Renzi e di chi lo segue è che il mondo cambia, ma perché deve cambiare sempre in peggio? E' vero che a fronte dell'80% di contratti non standard l'art.18 ha una scarsa applicazione; tuttavia chiediamoci come siamo arrivati a questo punto e quale sia il risultato? A mio parere, la sofferenza crescente, palpabile nel quotidiano confronto con la gente, sfugge a chi si deve assumere la responsabilità di governare.
Non bisogna essere dei fini politologi per capire che si deve rilancire l'occupazione attraverso investimenti e che il percorso seguito fino ad oggi porta solo a sfruttamento e vessazioni.
Le Organizzazioni sindacali, segnatamente la nostra, sono nate in un contesto agricolo con il caporalato, hanno vissuto il loro massimo fulgore nel periodo industriale ed oggi si trovano a dover arginare la schiavitù del precariato, è quindi dirimente mantenere alta l'attenzione e mantenere la lotta alla precarietà al centro della nostra attività, non permettendo che vengano scardinati ulteriormente i diritti, bensì ricercando l'estensione degli stessi attraverso l'abolizione non più prorogabile degli innumerevoli contratti in essere che hanno prodotto solo danni.

                                                                                            Francesco Vazzana