martedì 30 dicembre 2014

Nuovo regime minimi 2015 coefficienti soglie reddito: come funziona?

Da: guidafisco.it
Il nuovo regime dei minimi dal 2015 cambia aspetto e apre a tutti quei contribuenti prima esclusi per limiti di età o ricavi oltre ai 30.00 euro. La nuova Legge di Stabilità 2015 ha infatti introdotto con l'articolo 9 una nuovo regime agevolato per gli autonomi senza limite di età e di durata, nel senso che si fuoriesce solo se si perde uno dei requisiti di accesso o una delle condizioni che prefigurano la permanenza nel regime agevolato per autonomi cd. forfetario.

Regime dei minimi 2015:
Il nuovo regime dei mimimi 2015 in base a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2015 ma ovviamente si dovrà attendere l'emanazione del decreto attuativo di concerto con l'Agenzia delle Entrate e INPS, cambia forma e diventa regime agevolato autonomi cd. regime forfetario. I cambiamenti sono tanti a partire dai nuovi requisiti di accesso, le soglie dei compensi e ricavi, del calcolo della base imponibile sulla base dei coefficienti di redditività distinti in base all'attività esercitata, sulla quale verrà calcolata l'aliquota sostitutiva del 15%.
Innanzitutto iniziamo col dire che chi rientra nei requisiti del vecchio regime dei minimi quindi per coloro che non hanno terminato i 5 anni di applicazione o non hanno raggiunto i 35 anni di età, può continuare ad applicare l'imposta sostitutiva al 5% sempre se rispetta il limite dei ricavi fino a 30.000 euro o può decidere di passare al regime forfetario con una riduzione dell'aliquota sostitutiva di un terzo quindi al 10%,
Chi invece oggi non ha i requisiti per entrare nel regime dei minimi o apre una nuova impresa, accede direttamente al nuovo regime agevolato autonomi con aliquota al 15%,
inoltre non può accedere al nuovo regime dei minimi chi durante l'anno ha percepito anche un reddito da lavoro dipendente superiore a 20 mila euro.

Chi passa dai minimi al forfettario 2015?
Il regime transitorio quindi passaggio dai minimi al nuovo regime autonomi cd. forfetario, è previsto dall'articolo 9 del DdL di Stabilità commi 33, 34 e 35 che dispone per coloro i quali al 31 dicembre 2014, si trovano nel regime dei minimi: nuove iniziative produttive e di vantaggio per l’imprenditoria giovanile, e gli “ex minimi” possono effettuare il passaggio automatico al regime forfetario sempre se nell'anno 2014 se accedono al al nuovo regime dal 2015, possiedono determinati requisiti:
Rispettano il limite di ricavi/compensi, non hanno effettuato spese per collaboratori sopra i 5.000 euro lordi e non hanno avuto spese per l'acquisto di beni strumentali sopra ai 20.000 euro. 
Per il passaggio al regime forfetario 2015 di questi contribuenti, lo Stato riconosce un'agevolazione che consiste nella riduzione di un terzo dell'aliquota sostituiva per gli anni residuali rispetto ai 3 anni di regime agevolato che spettano ai soggetti che applicano il regime delle nuove iniziative produttive o di vantaggio, a condizione che non siano stati superati i limiti di ricavi/compensi, spese per lavoro e beni strumentali sopra indicati, che l'attività non rappresenti la mera prosecuzione rispetto ad un’eventuale precedente attività lavorativa di lavoro dipendente o autonomo. Altrimenti i nuovi minimi possono continuare ad applicare l'imposta del 5% fino al completamento dei 5 anni o fino al 35° anno di età.

Quali sono le soglie ricavi compensi e limiti reddito ATECO?                                                                                         Chi rientra nel forfetario, ossia, nuovo regime dei minimi 2015 la sua permanenza nel regime è legata alle soglie di ricavi e compensi fissate dal Ddl di Stabilità 2015. Tali limiti sono ad esempio per:

Professionisti è fino a 15.000 euro.
Attività di alloggio e ristorazione la soglia è pari a 40.000 euro
Industrie bevende e alimentari soglia a 35.000 euro.
Commercio all'ingrosso e al dettaglio: 40.000 euro.
Commercio ambulante e altri prodotti 20.000 euro.
Costruzioni 15.000 euro.
Intermediari del commercio 15.000.
Attività professionisti, scientifiche, sanitarie, istruzioni 15.000 euro.
Altre attività economiche 20.000 euro.
Nel nuovo regime dei minimi cd. forfetario il reddito viene quindi calcolato non sulla differenza tra ricavi e costi come avviene adesso per i minimi ma forfettariamente, ossia,  applicando un coefficiente di redditività sul reddito complessivo dato dalla somma di ricavi/ compensi + uscite con la sola possibilità di deduzione dei contributi previdenziali versati nell'anno di imposta. Sul reddito così calcolato si applica poi l'aliquota del 15% per IRPEF e addizionali regionali e comunali e IRAP.
Se poi i ricavi e i compensi superano le soglie sopra elencate, il contribuente  fuoriesce dal regime agevolato. Quindi, la sostanziale differenza rispetto a prima è che fino al 2014 chi poteva entrava nel regime dei minimi dai requisiti molto rigidi in merito a limite di età e ricavi a 30.000 euro, nel 2015 invece tutti possono entrare nel regime agevolato autonomi a patto che non vengano superati i limiti dei ricavi, che a seconda dell'attività svolta variano dai 15.000 euro ai 40.000 euro.

Cos'è il coefficiente di redditività? A cosa serve?

Il coefficiente di redditività allegato Legge di Stabilità 2015 che si applica al reddito dei nuovi minimi, ossia, per i contribuenti che rientrano nel nuovo regime forfetario, è una percentuale variabile dal 40 all'86% a seconda del tipo di attività svolta, che si applica al reddito imponibile, sul quale poi calcolare l'imposta sostitutiva del 15 per cento. Se nuova impresa per il primo anno e per i successivi due, l'aliquota è invece al 10%.

  • Per le  Industrie alimentari e delle bevande (10 - 11) coefficiente redditività è il 40%
  • Commercio all’ingrosso e al dettaglio 45 - (da 46.2 a 46.9) - (da 47.1 a 47.7) - 47.9: 40%
  • Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande 47.81: 40%
  • Commercio ambulante di altri prodotti 47.82 - 47.89: 54%
  • Costruzioni e attività immobiliari (41 - 42 - 43) - (68): 86%
  • Intermediari del commercio 46.1: 62%
  • Attività dei Servizi di alloggio e di ristorazione (55 - 56): 40%
  • Coefficiente redditività Attività Professionali, Scientifiche, Tecniche, Sanitarie, di Istruzione, Servizi Finanziari ed Assicurativi (64 - 65 - 66) - (69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75) - (85) - (86 - 87 - 88)
  • limite soglia compensi ricavi è 15.000 euro e il coefficiente redditività è il 78%
  • Altre attività economiche: 67%.
Ad esempio Professionista con Partita IVA fino a 15.000 euro nel regime forfetarioCompensi 15.000 euro coefficiente di redditività è al 78%, quindi reddito imponibile è uguale a 11.700 euro. Calcolo aliquota 15% sul reddito imponibile quindi 15% su 11.700 = 1.755 euro di tasse da pagare.
Professionista con Partita IVA sotto 15.000 euro nel regime dei minimi: Compensi 15.000 - spese 1000 euro. Reddito imponibile 14.000 euro calcolo aliquota 5% = 700,00 euro di tasse.
Comunque sia prima di allarmarsi o di gioire della nuova possibilità che il Governo Renzi ha dato con l'introduzione del regime forfetario, sarà bene attendere la conferma o eventuali modifiche al regime autonomi, con i decreti attuativi. Successivamente ogni contribuente potrà verificare la propria situazione e i termini di fattibilità e convenienza circa l'applicazione di una aliquota forfetaria, eventuale riduzione di un terzo aliquota per i primi 3 anni, mancata fruizione della deducibilità degli oneri, di in assenza di redditi diversi da quelli d’impresa o lavoro autonomo, fatta eccezione per i contributi INPS, con il sistema contributivo agevolato, oltre che all'IRAP sostituiva e semplificazione degli adempimenti come ad esempio:

Vantaggi per i nuovi minimi 2015 nel regime forfetario?

Esclusione da IVAIRAPstudi di settore e parametri;
Reddito assoggettato a imposta sostitutiva IRPEF e IRAP pari al 15%,

Calcolo Reddito imponibile forfettario che si effettua applicando sul totale dei ricavi/compensi, i coefficienti di redditività diversi a seconda del codice ATECO, che di fatto riducono la misura della base imponibile sulla quale calcolare il 15%.
Esonero dalla ritenuta d’acconto i ricavi o compensi corrisposti dal sostituto d’imposta;
No ritenute alla fonte 

Permanenza nel regime fin tanto che sussistono i requisiti, per cui la durata del regime è senza limiti di tempo.

articolo di Alessandra Losito

 

 

giovedì 25 dicembre 2014

Fiaba natalizia: l'orco fiorentino e il Paese senza lavoro

Nel Natale 2014 gli italiani, un popolo che credeva di vivere in una Repubblica democratica fondata sul lavoro, si svegliò povero e privato della speranza di potere risolvere i propri problemi trovando un lavoro.
L'orco fiorentino, che da qualche mese governava questo paese dalla invidiatissima storia, infatti aveva emanato i tremendi decreti attuativi del Jobs Act,  famelico mostro di cui nessuno conosceva le fattezze, ma poteva solo immaginare e verificare la pericolosità.
Il mostro era stato definito dal temutissimo Primo Ministro, con la sua riconosciuta abilità dialettica, una rivoluzione copernicana, nulla di più vero, in Italia non vi era più il lavoro al centro, ma disoccupazione, precarietà e stenti.
Lavoratori e lavoratrici saranno licenziati senza poter sperare di difendersi e vedendosi umiliare con un simbolico risarcimento economico.
A qualcuno sorge il dubbio che l'abolizione del lavoro dipendente sia una decisione presa per tutelare il futuro dello stesso orco fiorentino il quale, non avendo mai lavorato nella sua vita, temeva di doverlo fare al termine dell'esperienza governativa.
L'italia quindi, ex culla della civiltà, si avvia al nuovo anno in un clima di oscurantismo e barbarie dove la schiavitù torna per legge ad avere una legittimazione ed è ininfluente non avere limitato le tremende 46 formule contrattuali istituite dal padre politico del fiorentino: un pericolosissimo nano con i capelli sintetici, poiché contrariamente a ciò che avviene nei Paesi civili, dove il tempo genera crescita, in Italia genera povertà e difficoltà, ma non per tutti; infatti gli amici dell'orco saranno sempre più ricchi e felici.
Questa fiaba dell'orrore ha un difetto (mi scuso con i lettori): manca un finale lieto o tragico che sia, pertroppo come solo Dario Argento sa fare il pubblico continuerà ad essere il protagonista passivo e sventrato dal mostro che inconsapevolmente aveva salutato come proprio salvatore.
Buone feste
                                                                                               Francesco Vazzana

martedì 4 novembre 2014

Presidio a Malpensa Fiere 5 novembre 2014

Domani mercoledì 5 novembre, in occasione della visita del Ministro del lavoro Giuliano Poletti, alle 20.15 la CGIL di Varese organizza un presidio presso Malpensa Fiere (Busto Arsizio).
L'iniziativa, oltre ad avere un profondo significato politico per denunciare le azioni sbagliate del Governo che rischiano di portare il Paese al collasso, deve rappresentare una decisa opposizione ai ripetuti, ingiusti e strumentali attacchi alla nostra Confederazione.

mercoledì 1 ottobre 2014

E' ora del TFR, Renzi continua nel percorso propagandistico

Continua la contesa tra il Governo, segnatamente Matteo Renzi e i lavoratori; dopo avere incassato il sì della Direzione del partito sull'intero pacchetto, il Presidente del Consiglio sposta l'attenzione mediatica dall'art.18 al TFR.
Negli intendimenti del Premier Segretario  si vuole trasferire il TFR in busta paga con lo slogan "100 euro in più al mese", nel costume del nostro eroe una trappola mascherata da regalo, vediamo perché;
In prima battuta l'iniziativa potrebbe avere ricadute sociali pericolose, poiché la disponibilità economica immediata induce alla spesa e, in assenza di accantonamento, alla fine del rapporto priva lavoratrici e lavoratori di un risparmio che potrebbe rivelarsi utile;
secondariamente, un introito mensile aggiuntivo aumenterebbe l'imponibile ponendo molti di fronte al rischio di perdere i mitici 80 €, di conseguenza "Super Giovane" regala con una mano e ruba con l'altra;
ragionando in termini più politici, si dimentica come da anni si sia tutti impegnati sulla diffusione della previdenza integrativa questo ha trasferito somme ingenti ai fondi. Che futuro avrà la previdenza complementare, ma soprattutto da quale labirinto dovranno uscire i lavoratori;
ma in conclusione la domanda epocale: non era Lui ha definire la sua manovra come qualcosa di funzionale ad eliminare le differennze e le ingiustizie tra lavoratori di serie A e di serie B? Così facendo, non si discriminano e penalizzano ulteriormente coloro i quali - e sono tanti - che il TFR non ce l'hanno?
Chi è innamorato di Renzi, rifletta: accettare le condizioni di un Mercato del Lavoro stravolto non è come acquistare un materasso o una batteria di pentole.
                                                                                                   Francesco Vazzana

martedì 23 settembre 2014

La politica nuovamente contro la gente

Viviamo in un Paese dove l'evasione fiscale è motivo di vanto, la corruzione è all'ordine del giorno, la mafia condiziona gli appalti bloccando lo sviluppo, ma il vero problema per il rilancio della Nazione è abolire l'art. 18 dello Statuto dei loviratori.
Ne riderei se non ripensassi agli ultimi 12 anni, drammaticamente trascorsi in vano.Da quando in un numero enorme di lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate eravamo al Circo Massimo con lo stesso intento che mi muove a scrivere queste righe: tentare di sensibilizzare qualcuno rispetto as una deriva pericolosa liberista della quale pagano le spese gli ultimi.
Ci hanno raccontato che la flessibilità era fondamentale per aumentare i posti di lavoro, che il nostro sistema garantito doveva essere cambiato e che tutti ne avremmo tratto giovamento.
Oggi ci troviamo a dover convivere con 45 formule contrattuali, gran parte delle quali senza tutele, la maggior disoccupazione di sempre ed un'Italia sull'orlo del baratero da anni.
Conto diverse riforme del lavoro e verifico che non hanno portato nulla se non un acuirsi del disagio e dei  costi sociali derivanti.
Migliaia di persone anche nella ricca Lombardia hanno contratti di un giorno, i licenziamenti da alcuni anni superano le immissioni al lavoro, ma (opinione indotta e ormai condivisa) serve abolire una norma, l'ultima, di garanzia.
Chiedo umilmente un aiuto, un aiuto per capire; 23 anni di Sindacato mi rendono ancora incomprensibili certi atteggiamenti: la reiterata disponibilità ad accettare l'inaccettabile delle altre Organizzazioni sindacali, l'isolamento della CGIL, il pervicace tentativo della politica di ricostruire un centro antistorico e capace di sedare le voci in dissenso per un esclusivo tornaconto autoreferenziale. Una logica di questo tipo non si esaurisce in un semplice conftonto accademico, provoca danni la cui portata è difficilmentemisurabile.
La tesi di Renzi e di chi lo segue è che il mondo cambia, ma perché deve cambiare sempre in peggio? E' vero che a fronte dell'80% di contratti non standard l'art.18 ha una scarsa applicazione; tuttavia chiediamoci come siamo arrivati a questo punto e quale sia il risultato? A mio parere, la sofferenza crescente, palpabile nel quotidiano confronto con la gente, sfugge a chi si deve assumere la responsabilità di governare.
Non bisogna essere dei fini politologi per capire che si deve rilancire l'occupazione attraverso investimenti e che il percorso seguito fino ad oggi porta solo a sfruttamento e vessazioni.
Le Organizzazioni sindacali, segnatamente la nostra, sono nate in un contesto agricolo con il caporalato, hanno vissuto il loro massimo fulgore nel periodo industriale ed oggi si trovano a dover arginare la schiavitù del precariato, è quindi dirimente mantenere alta l'attenzione e mantenere la lotta alla precarietà al centro della nostra attività, non permettendo che vengano scardinati ulteriormente i diritti, bensì ricercando l'estensione degli stessi attraverso l'abolizione non più prorogabile degli innumerevoli contratti in essere che hanno prodotto solo danni.

                                                                                            Francesco Vazzana

martedì 10 giugno 2014

Legge 78/2014: Job Acts, le novità su tempo determinato ed apprendistato

Ci sono importanti novità nella legge n. 78/2014 che porta definitivamente il Jobs Act nel mondo del lavoro. L'approvazione del piano voluto dal Governo Renzi introduce modifiche alla disciplina di tempo determinato e apprendistato. Vediamo con la conversione in legge cosa è cambiato rispetto al DL di cui abbiamo già parlato nel blog (n. 34/2014).

Apprendistato
  • Il piano di formazione dovrà essere compilato in forma sintetica
  • Il datore di lavoro non deve provvedere alla formazione per l'acquisizione di competenze di base se la Regione non provvedere a comunicare l'offerta formativa pubblica
  • Per aziende con più di 50 dipendenti la percentuale di stabilizzazione deve essere del 20%
  • La retribuzione con l'apprendistato di 1° livello (professionale) sarà di almeno il 35% del livello di inquadramento
Tempo determinato
  • Sale a 36 mesi il limite per i contratti a tempo determinato senza motivazione, anche per la somministrazione
  • Il numero massimo di contratti a tempo determinato è del 20% dei lavoratori a tempo indeterminato
  • Le proroghe potranno essere massimo 5 entro il limite dei 36 mesi nel caso si riferiscano alla stessa attività lavorativa
  • Per le lavoratrici a tempo determinato che usufruiscono della maternità obbligatoria, gli verrà accreditato tale periodo per il raggiungimento del periodo per il diritto di precedenza per le assunzioni
Fonte: Contratto di lavoro

sabato 31 maggio 2014

La lotta alla precarietà, la priorità per il Paese

Dopo l'ubriacatura post voto di Matteo Renzi  e del suo PD è assolutamente necessario che tra le priorità del Governo entri una seria riforma del Mercato del Lavoro capace di rilanciare l'occupazione.
I dubbi sull'operato dell'esecutivo sono, al momento, moltissimi, il Job Acts ha aperto ai contratti a termine più di quanto avesse già fatto la riforma Fornero; l'utilizzo dello strumento in assenza di una causale per cinque rinnovi faciliterà la vita delle aziende, penalizzando nel contempo quella dei lavoratori.
L'assiciazione Bruno Trentin in un suo studio recente ha identificto in oltre 9 milioni i cittadini coinvolti nel disagio occupazionale:http://www.associazionetrentin.it/un-piano-per-il-lavoro-o-non-ci-sara-crescita dal documento dei ricercatori della CGIL si evince che sia necessario tornare a ricercare lo sviluppo attraverso - sostengono dall'associazione - un intervento atto a creare lavoro stabile, la politica difensiva attuata attraverso gli ammortizzatori sociali, non solo ha depresso l'economia, ma ha generato precarietà se non addirittura fenomeni di disoccupazione con scarsissime prospettive di reinserimento nei meccanismi produttivi.
La precarietà è ormai diffusissima ed è altrettanto diffuso e palpabile il disagio da questa provocato, nel merito consiglio la lettura /suicidi per mancanza di lavoro la-responsabilità di indicare un altrove di Katia Cazzolaro, pedagogista varesina attivamente impegnata in questo ambito.
Venendo ad esperienze vissute direttamente, credo sia doveroso fare un accenno alla formazione: recentemente mi è capitato di fare docenze ad aspiranti lavoratrici e lavoratori iscritti a diverse agenzie di somministrazione, nella quasi totalità dei casi, si tratta di persone disperate che ricorrono a questa opportunità confidando in una reale opportunità professionale.
Nella maggior parte dei casi le aspettative sono disattese e le persone, giovani e meno giovani, sono costrette a convivere con la frustrazione di un lavoro che non arriva, i debiti che non si possono onorare e nei casi più gravi, figli dati in affidamento (esperienza reale) poiché le madri sole e disoccupate da molto tempo non vengono considerati affidabili per crescere minorenni.
Il quadro fornito da queste poche righe può sembrare drammatico, ebbene la realtà lo è molto di più, ma la sintesi non permette di dettagiare maggiormente le suggestioni che provengono dal mio operare quotidianamente su una «prima linea» che per scelte politiche sbagliate siamo costretti ad arretrare quotidianamente.
Se una richiesta deve essere fatta alla politica, è quella di un'inversione di rotta che crei stabilità. La necessità di trovare flessibilità in uscita è un falso da smscherare; da tre anni a questa parte, infatti, nella nostra Provincia le cessazioni dei rapporti di lavoro sono più numerose degli avviamenti e, nello stesso periodo, circa 10000 contratti hanno avuto la durata di un solo giorno.
Se i dati forniti hanno un valore non solo statistico, non possono essere ricondotti esclusivamente alla crisi, bensì ad un sistema completamente da riformare attraverso investimenti e percorsi atti, contemporaneamente, a garantire contrattazione diffusa, esttensione dei diritti e delle garanzie sociali per coloro i quali rimarranno comunque senza lavoro.

venerdì 14 marzo 2014

3 marzo 2014: secondo congresso NIdiL Varese

Si è celebrato nella Camera del Lavoro di Varese il secondo congresso provinciale di NIdiL, la categoria che rappresenta e tutela i lavoratori precari.Alla presenza di Elena Zanola, in rappresentanza della struttura nazionale, i delegati hanno confermato alla segreteria Francesco Vazzana che sarà supportato da un Comitato Direttivo - composto da 13 membri - nel quale figureranno sia lavoratrici e lavoratori in produzione, che funzionari segnalati dalle diverse categorie della CGIL.La scelta di impegnare all'interno dell'organismo funzionari sindacali, oltre ad essere una possibilità sancita statutariamente, rappresenta una precisa scelta politica con la quale  si rimarchi che il problema della precarietà è diffusissimo e trasversale; pertanto per arginarne gli effetti devastanti, è irrinunciabile l'apporto dell'intera confederazione

mercoledì 5 marzo 2014

UNA TANTUM collaboratori 2014

Sono stati definiti i parametri per l'indennità UNA TANTUM di disoccupazione per i collaboratori, riteniamo quindi importante riportare una sintesi della Segreteria nazionale di NIDIL che chiarisce quali siano i requisiti definiti dall'INPS per accedervi.

con messaggio n. 2999 del 03.03.2014 l’Inps ha reso disponibile il nuovo modulo per la domanda di indennità “una tantum” per l’anno di richiesta 2014.

Contestualmente viene ridefinito il requisito relativo al limite di reddito nell’anno precedente la richiesta dell’indennità che viene rivalutato, così come previsto dalla legge Fornero (legge n. 92/2012), in base alla variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Pertanto tale limite è pari nel 2013 (rispetto alle richieste con anno di riferimento 2014) a  20.220 euro.

Inoltre, rispetto alle richieste di indennità presentate nel 2014 viene precisato che il requisito del periodo ininterrotto di disoccupazione per almeno due mesi nell’anno precedente la richiesta è quello certificato  ai sensi del d. lgs. N. 181/2000 art. 1, comma 2, lett.c) e successive modificazioni (iscrizione presso il centro per l’impiego di soggetto privo di lavoro che sia immediatamente disponibile allo svolgimento ed alla ricerca di un’ attività lavorativa secondo modalità definite con i servizi competenti).

Tale requisito può essere fatto valere attraverso un’autocertificazione nell’apposita sezione della nuova modulistica.

Ricordiamo che per le richieste presentate nel 2013 l’Inps richiedeva, solo per  il 2012, il semplice requisito dell’assenza di contratto di lavoro per un periodo ininterrotto di almeno due mesi.


Alla luce delle nuove indicazioni Inps, riepiloghiamo i requisiti di accesso all’indennità per il 2014:
 Avere operato in regime di monocommittenza, ovvero per un solo committente, nell’anno precedente quello della richiesta;
Avere un reddito lordo complessivo imponibile ai fini fiscali inferiore a 20.220 € nell’anno precedente quello della richiesta;
Avere un contributo mensile nell’anno di richiesta (anno cosiddetto “di riferimento”), quindi avere percepito un compenso pari ad almeno un dodicesimo del minimale Inps per gli artigiani e commercianti (nel 2014 tale importo è pari a 1293 €);
Avere almeno due mesi di disoccupazione, ovvero essere rimasti senza contratto  ed iscritti al centro per l’impiego per almeno due mesi nell’anno precedente quello della richiesta;
Avere almeno 3 mensilità di contribuzione nell’anno precedente quello della richiesta.