mercoledì 1 ottobre 2014

E' ora del TFR, Renzi continua nel percorso propagandistico

Continua la contesa tra il Governo, segnatamente Matteo Renzi e i lavoratori; dopo avere incassato il sì della Direzione del partito sull'intero pacchetto, il Presidente del Consiglio sposta l'attenzione mediatica dall'art.18 al TFR.
Negli intendimenti del Premier Segretario  si vuole trasferire il TFR in busta paga con lo slogan "100 euro in più al mese", nel costume del nostro eroe una trappola mascherata da regalo, vediamo perché;
In prima battuta l'iniziativa potrebbe avere ricadute sociali pericolose, poiché la disponibilità economica immediata induce alla spesa e, in assenza di accantonamento, alla fine del rapporto priva lavoratrici e lavoratori di un risparmio che potrebbe rivelarsi utile;
secondariamente, un introito mensile aggiuntivo aumenterebbe l'imponibile ponendo molti di fronte al rischio di perdere i mitici 80 €, di conseguenza "Super Giovane" regala con una mano e ruba con l'altra;
ragionando in termini più politici, si dimentica come da anni si sia tutti impegnati sulla diffusione della previdenza integrativa questo ha trasferito somme ingenti ai fondi. Che futuro avrà la previdenza complementare, ma soprattutto da quale labirinto dovranno uscire i lavoratori;
ma in conclusione la domanda epocale: non era Lui ha definire la sua manovra come qualcosa di funzionale ad eliminare le differennze e le ingiustizie tra lavoratori di serie A e di serie B? Così facendo, non si discriminano e penalizzano ulteriormente coloro i quali - e sono tanti - che il TFR non ce l'hanno?
Chi è innamorato di Renzi, rifletta: accettare le condizioni di un Mercato del Lavoro stravolto non è come acquistare un materasso o una batteria di pentole.
                                                                                                   Francesco Vazzana